Aprile 2016

Trattamento non chirurgico di riassorbimento cervicale invasivo di classe 4: una serie di casi

Stefano Salzano e Federico Tirone

JOE Volume 41, Number 11, Novembre 2015

 

Abstract

Il riassorbimento cervicale esterno, anche detto riassorbimento cervicale invasivo, è un processo patologico difficile da diagnosticare che causa la progressiva sostituzione della dentina con un tessuto di granulazione e porta alla distruzione totale del dente. In questa serie di casi vengono mostrati dei trattamenti su quattro pazienti affetti da un riassorbimento di classe 4.

I denti sono stati devitalizzati, il tessuto granulomatoso rimosso meccanicamente e i difetti riempiti con MTA o sostituti dentinali. Dopo un follow up di dai 4 ai 18 mesi nessuno dei 4 casi ha mostrato segni di rarefazione ossea periapicale e non si è osservato alcuna recidiva di riassorbimento. I denti erano asintomatici e la restaurativa in ottime condizioni. Grazie ai risultati ottenuti in questa serie di casi si può affermare che molti casi di riassorbimento di tipo 4 possono essere trattati con successo grazie al microscopio operatorio e alla diagnosi CBCT.

Discussione

Pienamente consapevoli che Heitersau, visto il basso tasso di successo suggerisce di non trattare i casi di classe 4 ma semplicemente di monitorare il riassobimento fino a quando l’estrazione diventa inevitabile, abbiamo trattato queste lesioni per via ortograda con un microscopio operatorio, attraverso una cavità d’accesso standard, rimuovendo il tessuto granulomatoso.

E’ cruciale, nella conferma della diagnosi di riassorbimento invasivo cervicale e nella pianificazione del trattamento, l’esame CBCT. Conoscendo in anticipo l’esatta localizzazione del difetto è possibile ottimizzare la forma della cavità d’accesso. La CBCT aiuta anche a rilevare le perforazioni.

La rimozione del tessuto granulomatoso senza trattamento endodontico non è consigliabile.

L’uso di MTA e sostituti dentinali sembrano essere la migliore scelta per riempire le cavità per la frequente presenza di comunicazioni con il parodonto. Le proprietà meccaniche di questi cementi e il legame con il tessuto dentinale residuo sembrano essere adeguate per garantire la resistenza meccanica dei denti restaurati. Nessuno dei pazienti coinvolti in questa serie di casi ha lamentato dolore postoperatorio. Alla fine dei periodi di follow-up non ci sono stati segni di ripresa del riassorbimento, come pure non erano presenti radiotrasparenze apicali. Infine, i sostituti dentinali forniscono alcuni vantaggi clinici rispetto all’MTA: possono essere usati per riempire il canale dall’apice fino al piano occlusale, possono essere lasciati come otturazione provvisoria (fino a 6 mesi) nei settori posteriori. Il tempo di indurimento di solo 12 minuti e il colore garantisce un certo vantaggio anche nella pianificazione del trattamento.