Febbraio 2011

Sistemi radiografici convenzionali e alternativi e tomografia computerizzata cone bean (CBCT)

La Diagnosi e la terapia di patologie d’origine endodontica è notoriamente di grande rilevanza nella pratica odontoiatrica quotidiana.
La radiografia endorale tradizionale rappresenta ancora oggi la tecnica più utlizzata nonostante fornisca limitate informazioni diagnostiche. I principali limiti riscontrabili nell’immagine radiografica sono:
- Compressione della tridimensionalità anatomica: la radiografia convenzionale fornisce un’immagine bidimensionale limitando considerevolmente la diagnosi in quanto impedisce una corretta visualizzazione di alcune caratteristiche basilari dell’elemento dentale e dei suoi tessuti circostanti. Questo può causare problematiche nella pianificazione di interventi chirurgici per la mancanza di informazioni in merito alla posizione di alcuni riferimenti anatomici di fondamentale importanza come il canale mandibolare, il forame mentoniero e il seno mascellare.
- Alterazione geometrica: per una riproduzione accurata dell’anatomia, il recettore dell’immagine deve essere parallelo all’asse longitudinale del dente e la fonte radiogena perpendicolare a questi ultimi. Una radiografia sovra angolata o sotto angolata riduce o incrementa la lunghezza delle radici e la dimensione del dente e può portare all’omissione diagnostica di lesioni periradicolari.
- Disturbi anatomici: alcune caratteristiche anatomiche possono oscurare l’area di interesse causando una difficile interpretazione radiologica delle immagini. Ad esempio, una lesione periradicolare sarà più facilmente diagnosticata se localizzata in un osso spongioso rispetto ad un osso corticale in quanto più sottile e rarefatto.
- Prospettive temporali: la radiografia rappresenta un’istantanea di una determinata area. Al fine di valutare la gravità del problema pre-trattamento e gli eventuali benefici post-trattamento sarebbe ottimale confrontare immagini radiografiche effettuate con medesima tecnica ed accuratezza. Conseguentemente più le radiografie saranno standardizzate (medesima radiazione geometrica, densità e contrasto) più la diagnosi potrà essere precisa.
Pertanto, al fine di superare i limiti delle radiografie intraorali e migliorare la diagnosi clinica, vengono spesso utilizzate ulteriori tecniche di indagine radiologica: TACT, MRI, US, CT ed in particolare CBCT che al momento risulta essere la più efficace.

Tecniche radiografiche avanzate per diagnosi endodontiche:

- TACT (Tuned Aperture Computed Tomography): è rappresentata da una serie di 8-10 radiografie esposte a differenti proiezioni geometriche che con l’ausilio di un software ricostruisce un’immagine tridimensionale.
- MRI (Magnetic Resonance Imaging): è una tecnica di generazione di immagini basata sul principio fisico della risonanza magnetica nucleare che quindi non utilizza radiazioni ionizzanti. Può essere utilizzata per pianificare una chirurgia periapicale e una chirurgia implantologica. Presenta diversi svantaggi, in particolare una scarsa risoluzione, lunghi tempi di scanning, elevati costi e richiede un centro radiologico specializzato per l’esecuzione.
- US (Ultrasound): è basata sul riflesso dell’onda ultrasonica tra l’interfaccia dei tessuti con differentì proprietà acustiche e permette di generare più di 50 immagini per secondo sullo schermo. Può essere utilizzata per valutare l’estensione della lesione periapicale ma non sempre permette di diagnosticarne la natura.
- CT (Computed Tomography): e’ una tecnica che produce immagini tridimensionali di un oggetto attraverso una serie di immagini sezionali bidimensionali per mezzo di elaboratore di dati. Per ottenere un’immagine adeguata a valutare i dettagli anatomici degli elementi dentari richiede un’elevata dose di radiazioni. I costi di scansione risultano elevati ed i macchinari sono presenti solo in unità radiologiche specializzate.
- CBCT (Cone Beam Computed Tomography): diffusasi solo alla fine degli anni ’90 utilizza uno scanner per immagini extra-orale al fine di riprodurre scansioni tridimensionali del complesso scheletrico del distretto maxillo-facciale. Rappresenta una delle tecniche maggiormente innovative in quanto fornisce immagini ad elevata risoluzione facilitando la diagnosi.
La CBCT acquisisce un volume di dati tridimensionali con una singola scansione dello scanner, usando la diretta relazione tra il sensore e la sorgente che ruotano di 180°-360° attorno alla testa del paziente. Il tempo di scansione varia da 10 a 40 secondi. I raggi X sono pulsati di conseguenza il tempo d’esposizione risulta essere compreso tra 2 e 5 secondi a differenza della CT dove il tempo di esposizione è continuo. Uno dei principali vantaggi è la ridotta esposizione del paziente alle radiazioni; infatti la dose effettiva di una scansione con CBCT (7.4 – 11.7 µSv) può essere paragonata a quella di due o tre radiografie endorali. I dati della Tac convenzionale e della CBCT sono costituiti da milioni di pixels tridimensionali chiamati voxels. A differenza della CT quelli della CBCT sono isotropici ovvero uguali in lunghezza, altezza e profondità permettendo accurate misurazioni dall’immagine in ogni piano. La CBCT può essere utilizzata per il rilevamento di periodontiti apicali, di difficile visualizzazione su radiografie convenzionali, per una valutazione pre-chirurgica dell’ anatomia del complesso maxillo-faciale, per la valutazione di traumi dentali e per la valutazione dell’ anatomia dei canali radicolari.

Conclusioni

- La CBCT utilizza radiazioni ionizzanti per questo motivo non è esente dai rischi che si corrono eseguendo altri tipi di scansioni, ma il notevole vantaggio è il ridotto tempo d’esposizione.
- La tecnologia CBCT è in costante sviluppo in quanto diverse compagnie stanno inserendo questo prodotto sul mercato ad un ragionevole prezzo, portando ad un aumento d’acquisti da parte dei dentisti.
- LA CBCT supera i limiti della radiografia intraorale migliorando la diagnosi e la gestioni dei problemi di natura endodontica.

New dimensions in endodontic imaging: Part 1. Conventional and alternative radiographic systems
S. Patel, A. Dawood, E. Whaites & T. Pitt Ford
Endodontic Postgraduate Unit, King’s College London Dental Institute, London, UK; Specialist Practice, London, UK; and Department of Dental Radiology, King’s College London Dental Institute, London, UK

. International Endodontic Journal, 42, 447–462, 2009.
Abstract:
Conventional radiographs used for the management of endodontic problems yield limited information because of the two-dimensional nature of images produced, geometric distortion and anatomical noise. These factors often act in combination. This review paper assesses the limitations of periapical radiographs and seeks to clarify three-dimensional imaging techniques that have been suggested as adjuncts to conventional radiographs. These include tuned aperture computed tomography, magnetic resonance imaging, ultrasound, computed tomography and cone beam computed tomography (CBCT). Of these techniques, CBCT appears to be an effective and safe way to overcome some of the problems associated with conventional radiographs.

New dimensions in endodontic imaging: Part 2. Cone beam computed tomography
S. Patel
Endodontic Postgraduate Unit, King’s College London Dental Institute, London, UK

. International Endodontic Journal, 42, 463–475, 2009.
Abstract:
Cone beam computed tomography (CBCT) has been specifically designed to produce undistorted threedimensional information of the maxillofacial skeleton, including the teeth and their surrounding tissues with a significantly lower effective radiation dose compared with conventional computed tomography (CT). Periapical disease may be detected sooner using CBCT compared with periapical views and the true size, extent, nature and position of periapical and resorptive lesions can be assessed. Root fractures, root canal anatomy and the nature of the alveolar bone topography around teeth may be assessed. The aim of this paper is to review current literature on the applications and limitations of CBCT in the management of endodontic problems.